Primer Guerra Mundial, dinero de emergencia

Per uno spagnolo non è difficile capire a cosa si riferisce l'espressione "dinero de emergencia" (denaro di emergenza), poiché durante la Guerra Civile proliferarono gli emittenti di carta moneta in tutto il territorio spagnolo, fondamentalmente nel campo repubblicano, dove il potere politico, militare ed economico era profondamente decentralizzato.

Questo fenomeno non era altro che la conseguenza di qualcosa che era già accaduto in Europa appena 20 anni prima, durante la prima guerra mondiale. Durante il conflitto, la scarsità di metalli, destinati principalmente alla produzione di materiale bellico, nonché la difficoltà di emettere monete in oro, argento, rame e nichel, costrinsero i paesi in guerra a emettere buoni o "banconote di emergenza".

Finanziamento di emergenza

Come suggerisce il nome stesso, queste emissioni avevano lo scopo di finanziare le casse statali, duramente colpite dalla guerra. La maggior parte dei paesi in conflitto, dall'Austria alla Francia, passando per il Belgio, la Russia e l'Italia, emise "banconote di emergenza", anche se spicca per le sue incredibili proporzioni il caso tedesco.

Conosciute come "Notgelds", le "banconote di emergenza" tedesche nacquero nel 1914 e appena due anni dopo avevano già sostituito completamente le monete di rame, che scomparvero praticamente dal mercato.

All'inizio, la popolazione era riluttante ad accettare banconote di cui non si conosceva praticamente il valore reale, motivo per cui si iniziò a includere disegni accattivanti per renderle più attraenti. Un fenomeno che portò una stessa banconota ad avere la stessa immagine sul recto e fino a sei o sette diversi rovesci.

I "Grossgeld"

La fine della Grande Guerra non frenò la proliferazione delle emissioni in Germania. Al contrario, la crisi economica e la iperinflazione che seguirono, e che si protrassero fino al 1924, diedero origine ai "Grossgeld", grandi banconote la cui validità era solitamente limitata a un comune e a un determinato periodo di tempo.

La situazione divenne così precaria che la Reichbank non ebbe altra scelta che accettare le emissioni effettuate da molteplici fabbriche, a condizione che rispettassero alcune norme di sicurezza di base. Ciononostante, finirono per apparire banconote di località che esistevano solo nell'immaginazione di questi banchieri improvvisati.

Come curiosità, va sottolineato che non furono prodotti solo "banconote di emergenza" su carta. Ce n'erano anche di lino, seta e cuoio, mentre per le monete si dovette ricorrere allo zinco, al nichel, al ferro, al carbone, alla porcellana e persino alla ceramica.

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