Oltre ai problemi legati ai confini, all'idealismo e al risentimento, anche la crisi economica ebbe un ruolo fondamentale. Sei anni prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, l'industriale americano Henry Ford dichiarò: "Il mondo deve prepararsi nel prossimo futuro a una nuova grande guerra o a una serie di gravi conflitti internazionali se non decide di superare immediatamente l'attuale crisi economica. Il mondo è così sovraffollato di disoccupati che, se non si darà loro presto lavoro, le loro energie represse cercheranno l'unica valvola di sfogo possibile: la guerra. La pace è sempre stata un problema più difficile della guerra. Niente è più facile della distruzione, e l'istinto dell'uomo troverà sempre la via della guerra perché è la via più facile".
Infatti, dopo la prima guerra mondiale, l'inflazione aumentò in modo esponenziale a causa della svalutazione della moneta, soprattutto in Germania. Prima della guerra, la banconota da 20 marchi equivaleva a circa 5 dollari; nel novembre 1923, ogni dollaro valeva più di quattro miliardi di marchi. A un certo punto, la carta su cui era stampata valeva più di una banconota da 100 trilioni di marchi. Un abbonamento mensile per il tram costava ben 4 milioni di marchi, mentre per comprare una pagnotta di pane era necessaria una carriola piena di banconote.